domenica 19 ottobre 2014

Io e la pancia - parte 1

La pancina è venuta fuori tutta assieme la settimana XVI esattamente quando sono sparite le nausee. Mi sono svegliata la mattina e c'era lì qualcosa, qualcosa che prima non si vedeva. La mia piccolina cominciava a prendere posto dentro la sua mamma.

Io penso che la gravidanza sia qualcosa di magico. Sei uno, perché sei sempre tu. Ma sei anche due, perché custodisci una vita dentro di te. Poi, quella vita prenderà forma, diventerà persona, diventerà qualcuno diverso da te, con le sue virtù e i suoi difetti, con la sua individualità, come è giusto che sia. Ma in quel preciso, magico momento, io e lei siamo state una cosa sola. Andavamo insieme a scuola, prendevamo insieme il treno per Pisa; io nuotavo in piscina e anche lei nuotava beata nella sua piscina personale. Le parlavo o la accarezzavo attraverso la pancia e lei rispondeva con un calcetto o alzando il capino (lo so perché la Cò ha tenuto fino all'ultimo la testa il più vicino possibile alla sua mamma, è stata podalica fino a 10 giorni dal parto).

Che gravidanza ho avuto? Bè, ottima da un punto di vista fisico, nel senso che non ho mai avuto il mal di schiena, non mi sono gonfiate le gambe, niente aumento di peso eccessivo, insomma, niente di tutto quello che lamentano solitamente le donne incinte. Però io e F. abbiamo incrociato un paio di quelle percentuali di sfiga che in una gravidanza si possono incrociare.

Dicono che una percentuale irrisoria (il 4%) presenta dei problemi all'ecografia morfologica, quella che si fa al quinto mese per vedere lo sviluppo degli organi e quella in cui peraltro ti dicono il sesso del nascituro. Ok, 1 coppia su 25, dunque. Noi. La piccoletta aveva una cosa che si chiama intestino iperecogeno. Questo marker, ovvero questo segno ecografico, significa solo che il suo intestino risulta più bianco delle ossa. In sé non è nulla, quasi sicuramente non è nulla, ma potrebbe - seppur raramente - essere legato a una patologia importante. Pertanto il mese di aprile è stato carico d'ansia per noi, che, per scongiurare grossi rischi, abbiamo  dovuto fare una serie di esami non senza patemi d'animo (peraltro io ero risultata portatrice della malattia - anche qui incrociando la percentuale della sfiga - ma F. no, dunque tutto ok, perché bisogna essere entrambi portatori per trasmetterla, ma non vi dico che paura); da lì siamo poi entrati per sicurezza nella procedura della gravidanza a rischio, perciò mi sottoponevo a un'ecografia al mese per verificare che la crescita di Coty Coty fosse regolare. E lo era. Anzi, la piccoletta aveva sempre delle belle gambette lunghe e un gran testone! La dottoressa mi diceva sempre che la Cò era una ballerina: si muoveva e si disponeva nelle posizioni più impensabili, si metteva i piedini in bocca o li prendeva con la mano, spesso si copriva la faccina come per non farsi vedere.

All'inizio ero preoccupata. Ho passato tutto il mese di aprile a googolare su internet 'intestino iperecogeno'. Poi ho deciso di smettere. Insomma, lei era lì, dentro di me, ed il meglio che potessi fare per lei era proteggerla e trasmetterle la mia gioia. Nessun altro in quel momento poteva fare questo per lei, toccava solo a me. Ecco. È stato in quel preciso istante, quando ho sentito questa responsabilità, che ho capito che ero mamma per la prima volta.

Fine prima parte 

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